martedì 2 gennaio 2007

CASO Welby

MILANO - L'Ordine dei medici di Cremona ha aperto ieri un procedimento disciplinare nei confronti di Mario Riccio, il medico che ha staccato il respiratore che ha tenuto in vita per anni Piergiorgio Welby, ma per la decisione della commissione medica di disciplina bisognerà aspettare "settimane o mesi".

Lo ha reso noto oggi il presidente dell'ordine Andrea Bianchi, precisando che fisserà la data di convocazione della commissione "intorno al 15 di gennaio".

"Relazionerò alla commissione medica del colloquio di tre ore avvenuto ieri con Riccio e conclusosi con un verbale sottoscritto da me e da Riccio", ha detto Bianchi al telefono a Reuters.

Sarà la commissione medica, una volta riunita, a "decidere se archiviare o formulare degli addebiti al dottor Riccio" dal punto di vista disciplinare, ha spiegato Bianchi.

Spiegando che "la commissione di disciplina ha la facoltà di effettuare ulteriori indagini", previste nell'ambito dello sviluppo di un'istruttoria, Bianchi prevede che "i tempi della pratica saranno nell'ordine di settimane o mesi".

Welby, che due giorni fa avrebbe compiuto 61 anni, era affetto da una forma avanzata di distrofia muscolare. E' morto una settimana fa, dopo che Riccio, che lavora come anestesista dell'Ospedale Maggiore di Cremona, gli ha dato dei sedativi e ha staccato l'elettroventilatore.

I magistrati della procura di Roma, che hanno aperto un'inchiesta sulla morte di Welby, attendono l'esito dell'autopsia per stabilire le cause della morte e l'eventuale presenza di sostanze tossicologiche che configurerebbero un reato. Secondo fonti giudiziarie l'esito dell'esame autoptico è atteso entro 60 giorni.

Questo potrebbe ritardare anche la decisione della commissione disciplinare, perché nonostante "i percorsi dell'ordine (medico) di disciplina e magistratura siano diversi, è evidente che siamo attenti a ciò che fa la magistratura", ha concluso Bianchi.

Relegato in un letto, Welby comunicava attraverso un computer che interpretava il movimento degli occhi. Da mesi chiedeva di morire. Il suo caso ha innescato un acceso dibattito politico e religioso sull'eutanasia, illegale in Italia e duramente contestata dai cattolici e dalle forze del centrodestra.

Riccio ha negato di avere compiuto un'eutanasia, per cui la pena va dai 10 ai 15 anni di carcere, dicendo che il caso riguarda il rifiuto delle cure da parte del paziente. Secondo la costituzione "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".

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