sabato 23 dicembre 2006

Un aiuto a resistere di P. L.

Come i lettori hanno potuto notare, non ce la facciamo a mantenere il passo.
Certo, non c’eravamo proposti di mantenere la periodicità mensile; per questo ad agosto non abbiamo fatto una vera campagna di rinnovo di abbonamenti, ma una semplice sottoscrizione per una parte esigua di lettori. Tuttavia, pensavamo di procedere con un numero ogni due mesi, in modo da poterne editare 5/6 fino al prossimo agosto, che poi sono pressoché i numeri che mancavano per finire la numerazione dell’anno scorso.
Le ragioni non stanno, come taluno ha ipotizzato, nel fatto che non siamo riusciti a rimpiazzare la perdita, certo per noi pesante, di Rosario Muni; in una mancata ed adeguata collaborazione, cioè, di chi è rimasto.
Quello che invece ha contato e conta, è che chi scrive – del cui lavoro di impaginazione il giornale non può fare a meno se non al prezzo di farne salire il costo a livelli per noi insostenibili –, non ce la fa più a sopportare il doppio peso del lavoro quotidiano (unica fonte di reddito personale), e
quello dell’impegno civile e politico, di cui la fattura di questo giornale è stata, per quasi vent’anni, una parte importante della sua ragione di vita sociale.
Di più. Se non fosse che l’abbandono della nave, prima che coli a picco senza provarsi almeno di tentare di mettere in salvo la gran parte dell’equipaggio e dei passeggeri, potrebbe essere scambiato per viltà, forse non mi proverei caparbiamente a resistere. Sono però profondamente persuaso che Tusa vive una fase davvero grave e delicata della sua storia presente e, per quanto sta al mio impegno personale, mi pare doveroso fare il possibile perché si scongiuri una nuova sospensione del Tabulario, proprio nel momento in cui è più forte l’esigenza di una voce critica non sottomessa alla malapolitica.
A coloro che ci leggono e seguono, chiediamo di aiutarci per quel che sanno e per quel che possono. Noi cercheremo di non deluderli, almeno fin quando le nostre forze saranno anche solo in parte in grado di corrispondere alla nostra intelligenza e alla nostra indomita passione morale e civile.

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